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Il Modello teorico: La Psicologia Transpersonale

La Psicologia Transpersonale:

premessa, storia, linee essenziali.

Premessa

Introduzione

  • La psicologia Transpersonale è considerata la quarta forza della psicologia in quanto oltre ad essere la più recente, elaborata a partire dagli anni sessanta, trascende e include i modelli che l’hanno preceduta: la psicoanalisi, il comportamentismo, la psicologa umanistica., secondo un modello ologarchico.
  • Questo significa ad esempio che senza trascurare transfert e resistenze oppure il lavoro sulle mappe cognitive disfunzionali o le potenzialità umane e l’empatia estende il suo intervento a quelle aree della realtà psichica che si estendono oltre l’identificazione con la personalità individuale, definite prima da Roberto Assagioli, il creatore della Psicosintesi, e in seguito da Gustav Jung, appunto transpersonali.
  • La Psicologia Transpersonale, sta ad indicare quell’approccio psicologico che amplia la cartografia della psiche fino a comprendere sia le esperienze pre e peri natali che quelle spirituali.
  • Essa propone modelli epistemologici e metodologici in grado di occuparsi con un approccio scientifico dello studio della spiritualità, delle esperienze interiori dei diversi stati di coscienza, dello sviluppo delle qualità più genuinamente umane e delle risorse più elevate del Sé, quali la consapevolezza, la compassione, la responsabilità, la fiducia, la creatività, la volontà spirituale, l’intuizione, l’accettazione, la solidarietà, la coscienza dell’unità e dell’interconnessione.
  • Si caratterizza pertanto come il contributo degli ambienti scientifici allo studio, e alla comprensione dell’esperienza umana integrale, alla gestione del dialogo partecipativo tra il Sé individuale e il mondo, mediante la padronanza dell’esperienza interiore, dei molteplici stati della coscienza, della realizzazione della propria vera natura, delle emergenze spirituali.
  • Nella sua ricerca, essa integra l’esperienza della psicologia occidentale, soprattutto del filone gestaltico, esistenziale, umanista, con le culture sapienziali fondate sulla meditazione e la tradizione primaria fondata sull’estasi e sul contatto diretto con le forze della natura.
  • Subisce inoltre una forte influenza dalle più recenti acquisizioni della fisica moderna ed è in stretto rapporto con altre scienze quali: la sociologia, l’antropologia e l’etnopsichiatria.
  • La psicoterapia transpersonale affronta il disagio e la patologia psichica in un quadro che comprende e offre strumenti per:

1.La padronanza dell’esperienza interiore e degli stati di coscienza nella vita quotidiana,

2.La piena espressione delle proprie risorse e qualità,

3.La realizzazione della propria vera natura.

La storia

  • William James, pioniere della psicologia, fu il primo a studiare le esperienze mistiche considerandole eventi sia psicologici sia religiosi.

In “The Varieties of Religious Experiences”, James considera le esperienze mistiche come un “sano e naturale impulso”, fondamento di ogni religione.

  • Freud e le successive scuole di psicoanalisi stigmatizzarono queste esperienze, definendole fantasie regressive allo stato uterino; i Comportamentisti spostarono definitivamente l’attenzione della scienza dal mondo degli stati di coscienza a quello del comportamento.
  • Tuttavia, contestualmente alle tendenze dominanti, sopravvisse una scuola di pensiero, sostenuta da studiosi eterogenei per formazione e provenienza, che continuò a mantenere la trascendenza dell’io e l’esperienza spirituale al centro della propria ricerca psicologica.
  • Primo fra tutti è da citare Carl Gustav Jung, il quale postulò l’esistenza di un Inconscio Collettivo, inizialmente da lui stesso definito “Ueberpersonliche” (Transpersonale). Tale Inconscio sarebbe l’artefice della fondamentale interconnessione di ogni psiche individuale e sarebbe popolato da Archetipi, i quali costituiscono la base stessa di ogni esperienza transpersonale.
  • Secondo Jung, noi facciamo indirettamente esperienza degli Archetipi attraverso i sogni, i simboli, le favole, i rituali, mentre le esperienze mistiche ci consentono l’accesso diretto al mondo archetipico. Egli arrivò ad indicare nell’esperienza spirituale la via maestra per la risoluzione delle nevrosi.
  • Abraham Maslow fu il fondatore della Psicologia Umanistica e gettò le basi, forse più di chiunque altro, per la nascita della Psicologia Transpersonale in quanto forza organizzata all’interno del panorama degli approcci psicologici. Egli stesso considerò la Psicologia Umanistica, che definì la Terza Forza della psicologia, dopo la Psicoanalisi e il Comportamentismo, come una fase di transizione che preparava ad una “ancora più alta Quarta Psicologia, transpersonale, transumana”. Tale movimento riconosceva come proprio punto di partenza per la comprensione del disagio l’esplorazione del cosmo più i bisogni e gli interessi umani, andando oltre concetti quali umanità, identità, autorealizzazione personale, verso una trascendenza del sé.
  • Roberto Assagioli ebbe il grande merito di trascendere per primo i limiti della Psicoanalisi, proponendo un approccio definito “Psicosintesi”, che consentisse all’individuo di ampliare i suoi confini personali verso la realizzazione di un Sé Transpersonale. Sembra inoltre che fu lui a coniare per primo il termine Psicologia Transpersonale.
  • Pierre Weil, uno dei grandi Padri della Psicologia Transpersonale, esplorando le dimensioni dell’esperienza interiore, come ci ricorda nel suo libro “L’uomo senza frontiere”, ha individuato una serie di confini che limitano l’uomo nella sua visione del mondo, definendo così, magistralmente, i contributi per un ampliamento degli orizzonti psicologici da parte della Psicologia Transpersonale. Essi sono: la coscienza, la memoria, l’evoluzione e la morte.

Le principali prerogative del movimento transpersonale sono la conoscenza e la trascendenza di tali confini, operando con metodi scientifici per lo sviluppo delle seguenti tesi, tesi che non vanno viste come un dogma nel quale credere ma come un presupposto epistemologico, un “come se”:

1. La coscienza è un flusso incessante ed illimitato. I limiti esistono solo nella mente dell’uomo.

2. La memoria va oltre la filogenesi e può risalire lungo la giornata evolutiva del vivente fino alla fonte stessa dell’energia vitale.

3. L’evoluzione umana non si ferma all’intelletto o alla fase della maturità sessuale, ma procede verso qualità più elevate quali: saggezza, amore, umiltà, compassione, consapevolezza, ecc.

4. La morte è solo un passaggio, un’occasione per attingere a nuove dimensioni dell’essere.

  • Stanislav Grof e Ken Wilber sono le figure ora più rappresentative del movimento transpersonale. Stan Grof, come vedremo, è stato uno dei primi ad elaborare un modello psicodinamico transpersonale, oltre che una mappa dell’esperienza interiore ed una metodologia psicoterapeutica ad approccio transpersonale.
  • Ken Wilber è da considerarsi senza dubbio il più fertile teorico transpersonale vivente; egli ha, tra l’altro, elaborato un modello di sviluppo della coscienza che consente di integrare i vari modelli psicologici: cognitivo, morale, psicodinamico e spirituale.
  • Altri autori che collateralmente hanno nutrito il grande fiume del Transpersonale sono da considerarsi: Karen Horney con il suo concetto di “Vero Sé”; Victor Frankl, il quale basava il suo lavoro sulla ricerca del significato e sulla nozione di “autotrascendenza”; Carl Rogers, che includeva il concetto di “potere spirituale trascendente” tra le caratteristiche di una persona pienamente funzionante e Fritz Perls, che fu profondamente influenzato dallo Zen nell’elaborazione della sua Terapia della Gestalt.
  • La prima Associazione di Psicologia Transpersonale fu fondata negli Stati Uniti nel 1969 per opera di personalità quali: Charlotte Buhler, Abraham Maslow, Allan Watts, Arthur Koestler, Viktor Frankl pubblicarono la rivista The Journal of Transpersonal Psychology, fondata da Antony J. Sutich e alla quale collaborano tutti i maggiori esponenti americani del movimento Transpersonale quali: Ken Wilber, Stan Grof, Stanley Krippner, Lawrence Le Shan, Michael Murphy, Charles T. Tart, Frances E. Vaughan, e altri.
  • In Italia, gli autori che più hanno contribuito all’elaborazione teorica e alla diffusione del movimento transpersonale sono: Laura Boggio Gilot, Arturo De Luca e Pier Luigi Lattuada. Laura Boggio Gilot nei suoi testi esplora la Psicologia Transpersonale alla luce della Psicosintesi e della meditazione Vedanta. Arturo De Luca coglie la dimensione transpersonale attraverso il Rebirthing e la Respirazione Olotropica di Grof. Lattuada ha elaborato la Biotransenergetica, una disciplina Transpersonale influenzata dalle antiche tradizioni originarie e della filosofia perenne.

Le linee essenziali della Psicoterapia Transpersonale

  • Per essere studiata, la psiche è stata ridotta a un oggetto, è stata fatta coincidere con la mente e riposta nel cervello. Cosi facendo è stato possibile conoscerne i suoi risvolti neurofisiologici, cognitivi e comportamentali, il suo versante potremmo dire oggettivo, trascurandone però il suo versante soggettivo.
  • La psiche, infatti, che d’ora in poi chiameremo Psyché, non è solo l’oggetto ma anche il soggetto dell’esperienza, un fenomeno integrale, complesso, che coinvolge tutti i domini dell’essere.
  • La Psyché, cioè la totalità dell’essere, il soggetto è l’oggetto di indagine della psicologia transpersonale.
  • La Psicologia Transpersonale così facendo, recupera uno sguardo unitario che non concepisce soluzione di continuità tra bios, la forza vitale, e pneuma, la funzione senziente, il soffio e autos, l’identità individuale, la personalità, quella continuità di percezione di sé che possiamo chiamare Io o Sé individuale e logos, la funzione pensante e zoè, l’essenza, la vita eterna, il tempo delle cose, il ritmo di ogni evento singolo qui e ora.
  • Un primo problema che si delinea all’orizzonte volendoci occupare dell’unità oggetto/soggetto è che tutte le principali teorie della scienza cognitiva e dei filosofi della scienza concordano nel negare la possibilità di una scienza della soggettività spingendosi a negare l’esistenza stessa della coscienza, carattere distintivo della Psyché, come elemento dotato di esistenza propria, ma al massimo considerandola una qualità emergente della funzione cerebrale.
  • Di fronte alla scelta tra rinunciare alla lettura della Psyché come evento unitario dotato di esistenza propria o rinunciare a qualsiasi pretesa di scientificità, la psicologia transpersonale si muove nella direzione di una linea di un pensiero scientifico fondato su un’epistemologia transpersonale integrale sorretta dai pilastri della filosofia perenne, e su una metodologia della ricerca orientata sulle linee guida della scienza della complessità.

La Personalità

  • Nel linguaggio della visione integrale e transpersonale, la Psyché individuale trova, la sua definizione più adatta col termine: Sé, Sé Organismico per la precisione.
  • Il concetto di Sé Organismico consente di connotare il soggetto dell’esperienza in un’ottica integrale, sistemica, unitaria, interconnessa, intatta.
  • La psicologia transpersonale legge il soggetto dell’esperienza come un’unità ternaria, costituito dai tre sottosistemi funzionali di agire-sentire-pensare e propone una mappa operativa e interconnessa nella quale i livelli di personalità possono venire riconosciuti nella loro veste multidimensionale di materia, energia e coscienza, o corpo, emozione e mente.
  • La personalità nei modelli transpersonali, è vista come un sistema psicobiofisico unitario e dinamico costituito da sottosistemi interconnessi. Veri e propri veicoli e modulatori di circuiti d’esperienza attraversati da coscienza.
  • Il livello (o veicolo) fisico modula le informazioni inerenti al sistema mediante l’insieme delle funzioni sensoriali: le sensazioni proprio ed esterocettive.
  • Il livello (o veicolo) energetico modula le informazioni inerenti al sistema mediante l’insieme delle sensazioni proprio ed esterocettive d’ordine sottile.
  • Il livello (o veicolo) emotivo modula le informazioni inerenti al sistema mediante l’insieme delle funzioni emotivo/affettive: emozioni, stati d’animo, sentimenti, bisogni, desideri, aspirazioni, motivazioni, ecc…
  • Il livello(o veicolo) mentale modula le informazioni inerenti al sistema mediante l’insieme delle funzioni cognitive: i pensieri, rappresentazioni, immagini, ricordi, fantasie, ecc.
  • Il livello(o veicolo) spirituale è il luogo delle dimensioni super-consci del Sé, dimensioni alle quali si accede mediante l’intuizione, l’insight, la meditazione, l’esperienza mistica, la sensitività, gli stati di coscienza non ordinari e così via.

 Il Circuito dell’Esperienza 

  • Conoscere il mondo, farne esperienza significa sentire-pensare-agire nel mondo.
  • Non posso pensare senza agire, non posso agire senza sentire, non posso sentire senza pensare.
  • Ne consegue che la padronanza dell’esperienza umana del mondo, il dialogo partecipativo con l’ambiente è una faccenda integrale, interconnessa, il pensiero non è solo pensiero, il sentire non è solo sentire, l’agire non è solo agire, ognuno di questi tre sottosistemi è visto come una fotografia di uno stesso processo.

Un dialogo partecipativo

  • Lo sguardo unitario dell’approccio transpersonale coglie il dinamismo della Psyché individuale e la sua interconnessione con tutte le altre cose del mondo, la sua immersione in un campo più vasto, senza soluzione di continuità con la Psyché collettiva (transpersonale), la totalità, con la quale intrattiene un dialogo incessante.
  • L’esperienza umana del mondo si definisce quindi come il dialogo di Psychè, caratterizzata nelle sue diverse declinazioni dal dialogo partecipativo tra l’Io e il Mondo, l’individuo e la totalità, il soggetto e l’oggetto, il microcosmo e il macrocosmo;
  • Il viaggio psicoterapeutico può essere cosi letto come il viaggio evolutivo dell’essere umano, un gioco iper-complesso scandito dalla graduale scoperta delle regolarità e dal graduale incremento dell’abilità a rispettarle

La Grande Catena dell’essere

  • Il Circuito dell’Esperienza costituito da sentire-pensare-agire, è triadica, è partecipativa.
  • Per quanto elementare possa essere, ogni evento psichico ha in comune con ogni altro questa triplice integrale funzione.
  • Non c’è esperienza senza pensiero, sensazione, azione.
  • Ogni esperienza è e non può essere che integrale.
  • La Psyché, o Sé, è il principio unificante del vivente.
  • Avviene in un campo o contesto che comprende mondo esterno e mondo interno, è a-temporale e a-spaziale, cioè immediata, essenziale.
  • Azione, sensazione pensiero (Corpo emozione e mente) riecheggiano peraltro, la triade della cosiddetta Grande Catena dell’Essere: materia, vita, mente.

Quattro quadranti

  • La padronanza dell’esperienza umana interiore è pertanto l’esperienza dell’intero circuito che ha a che fare con il nostro essere nel mondo.
  • La psicologia transpersonale delinea la complessità dell’esperienza umana integrale secondo una mappa suddivisa in quattro quadranti che definiscono la necessità di una padronanza dei seguenti rapporti:

1.Io-Sé (io con me stesso, esperienza interiore)

2.Io-Tu (io con l’altro, comportamento)

3.Io-noi (io con il mio ambiente culturale, mappe cognitive)

4.Io-loro (io con la società, il mio posto nel mondo)

Cenni sul Modello

Il Sé o archetipo unificante della Psyché, o personalità pienamente realizzata o “natura intima”, è essenziale, naturale, innato, fondata biologicamente.
Tale natura è in parte specifica della persona, in parte caratteristica dell’intera specie. Essa sembra essere “intrinsecamente buona”. È portatrice dei bisogni di base e contiene le emozioni e le capacità umane fondamentali, le potenzialità, i talenti, gli equilibri fisiologici e temperamentali, l’attrezzatura anatomica e così via.
Dal punto di vista strutturale sono riconoscibili cinque livelli sotto-sistemici (fisico, energetico, emotivo, mentale, spirituale) che lo definiscono come Sé organismico.
Dal punto di vista funzionale-dinamico sono riconoscibili tre livelli sotto sistemici (sentire-agire-pensare)
Questo Sé, nucleo intimo fondato sulle potenzialità si caratterizza come un sistema adattativo complesso. (CAS)
In quanto CAS possiede quattro capacità fondamentali: autoconservazione, auto-adattamento, auto-trascendenza e di auto-dissoluzione
È in grado di emergere trascendendo ma includendo il suo predecessore
È ologarchico nel senso che il più basso determina le possibilità del superiore; i più elevati stabilisce le probabilità del più basso.
Il micro è in scambio relazionale con il macro a tutti i livelli della sua profondità.
Co-evolve con il suo ambiente

Psico-patogenesi

Questo nucleo intimo fondato sulle potenzialità ha bisogno di essere nutrito e sostenuto per potersi radicare.
Un’educazione repressiva, le aspettative culturali, i condizionamenti, il timore della disapprovazione, lo soffocano con facilità. I contenuti di tale nucleo pertanto sono per lo più rimossi e, pertanto, inconsci.
La repressione, frustrazione o negazione di tali potenzialità intrinseche forniscono il substrato adeguato allo sviluppo di disturbi psicopatologici.
I disturbi della personalità possono quindi venire letti come il risultato di un blocco o un’interferenza nel processo di autorealizzazione.
Lungo questa strada gli ostacoli vanno ricercati nella cronicizzazione dei fattori di stabilizzazione o strutture conservative dell’io.
Tali strutture se cronicizzate e consolidate da un eccessivo rigore nell’attenzione alle norme del sociale, finiscono per bloccare la libera espressione del nostro sé e ad imprigionare la spontaneità e la naturalezza in schemi di comportamento stereotipati.
Inoltre, esse sono sostenute da istanze quali: il controllo, la volontà, l’autocritica, l’analisi, la misura, il conformismo, la razionalizzazione, le giustificazioni e i pretesti; finiscono quindi per sostituirsi a quella forza dinamica e saggia, a quella voce interiore che tende a guidarci verso ciò che è “giusto” per noi stessi e per chi ci circonda.
Verso qualità più genuinamente umane quali la fiducia, l’amore, l’umiltà, la compassione, la determinazione, la comprensione, la sincerità, la fluidità, la sensibilità.

La Realizzazione del Sé

La guarigione coincide con la realizzazione e si caratterizza come un non–fare, come un creare le condizioni per il rispetto delle qualità del Sé
Il processo di autorealizzazione passa attraverso il contatto con la propria natura intima, l’accettazione incondizionata di sé, cioè dei propri bisogni e aspirazioni e la loro espressione, in altre parole la realizzazione di queste capacità latenti o potenzialità verso quel “pieno compimento” della nostra essenza naturale e spirituale.

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